Fiabe cimbre

IL BUCO DI SEMBLEN

Una volta quassù al buco di Semblen, tre o quattro pastorelle si sono là fermate colle loro pecore intorno a questo buco affinché le loro bestie pascolassero l’erba. E poi queste ragazze si pensano tutte assieme: che facciamo adesso per vedere quanto fondo è questo buco? E allora quelle ragazze avevano con loro una corda per una. E la più attempata ha pensato di legare tutte le corde assieme. E legano su un sasso in mezzo a quella corda, e poi la gettano giù per quel buco. Ed è andato in fondo. e poi pensano e gettano giù anche tre medagliette, dove c’era su la Madonna e Sant’Antonio, e queste medagliette erano state benedette. E appena le hanno gettate giù è venuto su un grosso cane con grandi occhi aperti ed una lingua lunga. E quel gran cane ha (loro) parlato a quelle fanciulle ed ha detto loro: cosa comandate qui voi altre? E quelle ragazze sono figgite piangendo tutte assieme.E poco lontano da loro c’era un altro pastore che le ha udito piangere, ed è venuto giù a dare coraggio. E poi questo pastore ha loro chiesto di vedere ciò che esse hanno visto. E le altre gli hanno contato il fatto che hanno veduto quel cane. In quale parte poi? Ma quelle ragazze hanno detto: noi altre non l’abbiamo più visto. E quel garzone è corso giù a vedere, ed ha veduto quel cane che è fuggito giù per il buco tutto in un fuoco. E il giorno dopo si sono uniti colà in cinque garzoni per togliersi da questo sospetto, si sono seduti giù in una cesta in due, e gli altri tre li hanno lasciati giù colla corda. E quando questi due giovani sono stati giù in fondo, hanno gridato: presto tirate su. E quando sono stati in cima dagli altri, erano quasi morti di paura, avendo veduto colà un gruppo di scrivani; e mai più, quei giovani hanno detto, andiamo più nei buchi. E poi dopo sono andati a confessarsi, ed hanno contato il mistero ch’è loro successo; ma quel prete non li ha neanche voluto assolvere.

L’ORCO ED I FRATELLINI

Nella contrada Fecilja (piccolo fienile) viIvevano una volta quattro fratellini. Un giorno si recarono nel bosco, ma si smarrirono. Girovagarono per molto tempo, finché trovarono una grotta. Credettero di aver trovato una capanna per alloggiare e qualche cosa da mangiare! Che delusione: era l’abitazione di un Orco cattivo! I fanciulli erano solo pelle e ossa. Disse l’Orco: «C’è poca carne, ma è tenera!». Il più giovane disse all’Orco: “Divoraci domani, così noi ingrasseremo e tu non sentirai sotto i denti solamente ossa!». “Sì-rispose l’Orco-domani, domani!». Aveva la pancia piena di lepri. L’Orco diede da mangiare ai bambini con lo scopo di ingrassarli. Dopo che i fratellini ebbero mangiato, l’Orco li rinchiuse nella grotta e la sbarrò con dei grossi massi. Nessuno dormì quella notte. I quattro fratellini si misero a piangere! Una volpe di passaggio sentì piangere e ne chiese il motivo.I fanciulli: «L’Orco domani vuole mangiarci tutti e quattro»! La volpe: «Non abbiate paura! L’Orco dovrà fare i conti con me»! Così la volpe pian piano penetrò nell’abitazione dell’Orco, che dormiva e russava da far tremare la montagna. Con vitalbe, con vimini e con funi, la volpe legò ben bene l’Orco ai cespugli, ai massi con le gambe, le mani ed il collo, in modo che l’Orco era nella impossibilità di muoversi. La volpe scavò poi una tana, che raggiunse la grotta dei fanciulli e questi poterono fuggire da questo apertugio e ritornare a casa. Quando l’Orco si svegliò, non era più capace di muoversi! Solamente i topi , pian piano, morsicarono le funi e l’Orco riuscì a slegarsi e fuggire, lanciando alti clamori, nella foresta.