Il territorio

Il Cansiglio

I Villaggi

Il villaggio di Pian Canaie

fu fondato nell’anno 1894 da Gandin Costantino Giovanni figlio di Luigi e Cristina Signori di Roana, sull’altopiano di Asiago (VI). Egli era nato a Canaie Vecio il 15.5.1838 e nel 1894 si trasferì nella piana sottostante, lungo la strada di Campon-Vivaio, con la moglie Gandin Maria Luigia, sposata a Tambre il 29.2.1840. A loro si unirono i figli Amedeo, Luigi ed Emma moglie di Innocente Azzalini, che abitavano a Canaie Vecio. Gandin Costantino Giovanni costruì per il figlio Amedeo un “casone” sul luogo dove ora sorge il villaggio e un’osteria sul ciglio della strada dove ora c’è la fontana. Per il figlio Luigi costruì una casa in muratura e per la figlia Emma un’altro “casone” in legno. Nel 1898 circa vi giunse, proveniente da Col Formiga vicino ai Pich, Azzalini Innocente Arcadio con la moglie e il figlio Lodovico. Il luogo rivestiva una certa importanza perchè da qui partiva il sentiero per la Palantina e il Monte Cavallo, meta in quegli anni di alpinisti stranieri quali l’inglese Tuckett (nel 1869 circa), il viennese Whitwell (1879); italiani come Torquato Taramelli e Giovanni Marinelli (luglio 1876) e dei Soci della SAF (Società Alpinistica Friulana). Il villaggio fu stabilmente abitato fino all’inizio del 2000 da una famiglia.
Campon

Il villaggio di Campon

fu fondato nell’anno 1869 da Azzalini Clemente, (n. Val Bona 1840). Per i primi anni il “casone” fu utilizzato soltanto come laboratorio in quanto i suoi familiari non volevano abbandonare il villaggio di Val Bona. Ma dal 1887, dopo la costruzione della nuova strada Osigo-Spert, che transitava proprio per Campon, vi si trasferirono la moglie e i figli Antonio, Costante, Cesare Giovanni e infine Cristiano. Attraversato da una piccola ferrovia proveniente dal Pian di Landro nelle Baldassare, costruita dalle truppe austriache durante la prima guerra mondiale per il trasporto del legname al fronte e della quale rimangono evidenti tracce, aveva anche una segheria dei Bertaglia-Candiani. Incendiato e distrutto dalle truppe tedesche durante il secondo conflitto mondale, fu ricostruito in muratura per precise direttive del Genio Civile e dell’Amministrazione Forestale. Negli anni 50 contava due osterie “Da Costante” e “Alla Gigetta” e un negozio di generi alimentari. Era luogo di incontro dei Cimbri diretti alla chiesetta della Madonna del Runal che qui sostavano a consumare il tipico piatto di trippe nel giorno di festa. All’anno 2005 conta 18 abitanti.
Le Rotte

Il villaggio Le Rotte

fu fondato nell’anno 1890 dai fratelli Azzalini Pompeo (nato in Valbona 24.1.1854), Eliseo (n. 1858) e Girolamo (n. 1851), figli di Basilio e nipoti del capo tribù Girolamo. Originari di Val Bona, si erano dapprima trasferiti nel villaggio di Pian Osteria assieme ai cugini Eugenio e Cristiano e successivamente ai Pich. Tra i Cimbri più noti di questo villaggio si ricordano Massimiliano detto “Macio”, Umile e Trino detto “Caruso”. Il villaggio, originariamente posto più a nord ovest, fu ricostruito all’inizio del 1900 nell’attuale luogo, a lato dell’importante via di comunicazione, che saliva da Fregona fino a Cadolten e, attraversando Campo di Mezzo, Fontana Boi, la Val dell’Ors e Le Rotte, scendeva in Pian Cansiglio, proseguendo poi verso Pich, Pian Osteria, Campon e per il valico di Palughetto fino a Farra d’Alpago. Nella piana sottostante vi era una piccola sorgente detta “il poset” dove si attingeva un’acqua limpidissima, come scrive nel suo libro “Ricordi e pensieri di Linda” la cimbra Linda Giacomina Azzalini, che qui vi trascorse l’infanzia. Incendiato più volte durante le due guerre mondiali fu sempre ricostruito e abitato stabilmente fino alla prima metà del 1900. Il villaggio, posto all’interno del Demanio Forestale dello Stato, è al 2005 abitato solo stagionalmente.
Pian dei Lovi

Pian dei Lovi

il primo villaggio cimbro del Cansiglio, fu fondato agli inizi del 1800 dai fratelli Azzalini Giobatta (nato il 12.10.1772 ), Girolamo detto Pertile (n.1.10.1770), Pietro (n. 4.11.1778) e Slaviero Giacomo, originari di Roana sull’Altopiano di Asiago. L’anno dopo da Roana arrivò anche Azzalini Tommaso. Successivamente li raggiunsero molti capi tribù dei Bonatto, Gandin e di altri Azzalini e Slaviero. Vi abitarono temporaneamente anche alcune famiglie dei Loser e dei Martello, trasferitesi presso la cava di pietra di Prandarola, nelle Baldassare e poi emigrate altrove. La località fu scelta per l’abbondanza di ottimi faggi da lavoro e per la presenza di una rarissima sorgente d’acqua. Di qui transitava un’antica via di comunicazione tra il Friuli e Belluno che, come dice il Piloni, risalendo da Aviano e Polcenigo attraverso il valico del “Forador di sopra” scendeva “nel monte di Brozo (Broz) venendo verso Cividale (Belluno)”. La comunità crebbe rapidamente di numero e si diffuse in tutto l’Alpago la fama dell’abilità nel lavoro del bosco e nel produrre i crivelli, le fasce da formaggio, i brent (contenitori cilindrici per alimenti) e i tamisi. Intorno al 1805 Azzalini Girolamo lasciò Pian dei Lovi per fondare il villaggio di Val Bona, seguito poi dai suoi fratelli Giobatta e Pietro. Fu abbandonato a partire dal 1887 e le famiglie si trasferirono nei nuovi villaggi di Pian Osteria, Campon, Pich, Vallorch, Le Rotte e Pian Canaie.
Pian Osteria

Il villaggio di Pian Osteria

fu fondato nell’anno 1887 dai fratelli Azzalini Eugenio (nato nel 1852), Cristiano (n. 1857) detti “Pertile” originari di Val Bona, con il cugino Azzalini Pompeo (n. 1854). Le prime abitazioni furono costruite utilizzando parte dei tavoloni dei “casoni” di Val Bona. Posto al crocevia di tre valli, crebbe di importanza fino a contare un centinaio di abitanti, una locanda, due osterie, un negozio di generi alimentari. Nella vicina località di Leon vi era la scuola dove insegnò all’inizio del 1900 la nota maestra Azzalini Stella (medaglia d’oro al valor civile). Era attraversato dalla ferrovia proveniente da Val Bona, Cornesega e diretta a Campon e al Pian Cansiglio in località “I Bech”, il cui percorso è ancora ben evidente tra Col di Frare a Costa Alta. Incendiato dai tedeschi nel secondo conflitto mondiale, fu ricostruito in muratura secondo le direttive del Genio Civile e dell’Amministrazione Forestale. Nel 1950 vi fu costruita la scuola rimasta attiva fino agli anni ’70. Fu anche fiorente mercato stagionale di funghi, fragole e lamponi. E’ sede del Museo Etnografico e dell’Associazione Culturale Cimbri del Cansiglio. All’anno 2005, vi risiedono stabilmente 10 abitanti.
Pich

Il villaggio dei PICH

fu fondato nell’anno 1820 dai fratelli Bonatto Matteo detto Pich (nato a Roana 13.2.1785) e Giovanni (n. Roana 25.10.1801). Nel 1854 e poi dal 1887 vi si trasferirono molte altre famiglie provenienti dai villaggi di Pian dei Lovi, Canaie Vecio e Val Bona. Furono Gandin Pergentino, Azzalini Giuliano, Gandin Angelo ed i carbonai Brandalise Abramo e Tiepo Angelo. Nel 1887 i fratelli Azzalini Costanzo e Innocente Arcadio lasciarono Pian dei Lovi per trasferirsi nel vicino Col Formiga, dove aprirono anche un’osteria attiva fino al 1980 circa. Il villaggio situato in posizione elevata rispetto alla piana del Cansiglio, esposto a sud est e riparato dai venti del nord aveva un clima mite, tanto da consentire la crescita di svariati ortaggi e di alberi da frutto. Le prime due abitazioni dei fratelli Matteo e Giovanni furono edificate con il tetto a due spioventi, ricoperte l’una di “scandole” (assicelle di abete sovrapposte) e l’altra di “stéle” (trucioli o scarti della lisciatura dei crivelli) fermate da stanghe poste sopra di trasverso. Dal 1940 in seguito alle pressioni dall’Amministrazione Forestale, fu abbandonato e ricostruito più a valle. Il Cimbro Gandin Bruno “Brunetto” vi abitò stabilmente fino agli anni ’90.
Val Bona

Il villaggio di VAL BONA

fu fondato agli inizi del 1800 da Azzalini Girolamo (nato a Roana il 1.10.1770) qui trasferitosi dal villaggio di Pian dei Lovi. Lo raggiunsero successivamente anche i suoi fratelli Pietro e Giobatta. Il primo nato in questo villaggio sembra essere Azzalini Carlo (n. 1809) figlio di Pietro. Il luogo aveva un clima mite tanto da consentire la coltivazione di svariati ortaggi. Di qui transitava una antica mulattiera proveniente dal Friuli. Lo storico bellunese Piloni scrive: “Dissero ancora esser un’altra strada detta il Forador per la quale si può venir d’Auiano et Polcenigo, et descendere verso Ciuidale ( Belluno) in Val Mellera (Val Menera)”. I primi “casoni” avevano le pareti formate da grossi tavoloni squadrati con l’hàkha” (grande ascia). Edoardo figlio di Giobatta, passato alla storia come il sapiente e il poeta dei Cimbri, fu persona stimata e intraprendente, aprendo in Valmenera nel 1862 una famosa osteria, dove nei giorni di festa si ritrovavano tutti i Cimbri per consumare i tipici piatti di trippe ,”friko” e crauti. La figlia Stella, molto stimata da tutti, insegnò per 40 anni in Cansiglio (a “Lion”) e in Alpago. Nel 1850 da Roana giunse in Val Bona Bonatto Giovanni, di professione “masteler”, dedito alla fabbricazione dei mastelli, che poi barattava e rivendeva nei vicini paesi dell’Alpago di Spert e Tambre. Dal 1887 quasi tutti i Cimbri si spostarono nei villaggi di Campon, Pian Osteria e Pich. Mario Bonatto, nipote di Giovanni, vi rimase attivo per la produzione dei mastelli fino al 1940 circa.
Vallorch

Il villaggio di Vallorch

fu fondato nell’anno 1850 circa dai fratelli Azzalini Vigilio (nato il 7.10.1819) e Celeste (nato nel 1813), figli del Capo tribù Pietro cofondatore del primo villaggio cimbro di Pian dei Lovi agli inizi del 1800. La località fu scelta per la buona qualità e quantità di faggi adatti alla tipica lavorazione degli “scatoi” che necessitavano di tronchi a venatura perfettamente parallela. Nella costruzione dei primi “casoni” furono parzialmente utilizzati i tavoloni recuperati dal villaggio di Val Bona dove era la loro casa natale. Alcune abitazioni avevano e tutt’ora conservano il caratteristico stile cimbro-allemannico con il tetto spiovente e aggettante nella parte antistante, atto a formare un portico coperto. Crebbe rapidamente in numero di abitazioni (circa 15) e abitanti fino a circa una sessantina e vi si trovavano anche due osterie. Fu ripetutamente incendiato nelle due guerre mondiali, ma sempre ricostruito, rimase stabilmente abitato fino al prima metà del 1900 quando i Cimbri si trasferirono a Osigo e Fregona. Situato all’interno del Demanio Forestale dello Stato è abitato quasi solamente nella stagione estiva. Conta all’anno 2005 un solo abitante stabilmente residente.