Le origini

Tra favola e realtà

La fantasia di molti vorrebbe far risalire il primo insediamento cimbro nella foresta ai primi anni del 1700 (il Trame aveva indicato la data dell’anno 1707).
Per quanto riguarda poi i nominativi dei primi capi tribù, le favole non mancherebbero nemmeno nel clan dell’ambiente cimbrico; c’è qualche vecchio che vorrebbe far risalire l’origine dei residenti cimbri a tre fratelli Azzalini dei quali uno, detto “Ferro», sarebbe stato un prete; qualcuno afferma, invece, che i primi arrivati fossero quattro fratelli Azzalini.

Da Roana al Cansiglio

Sono tutte favole; v’è tuttavia un elemento importantissimo nel quale tutti sono concordi, la provenienza: i cimbri del Cansiglio provengono tutti da Roana, uno dei sette comuni cimbri dell’altipiano vicentino.
Giunto il giorno fissato per la fatidica partenza che doveva aggiungere un’altra pagina di fatiche e di sudori alla millenaria storia di una tribù travagliata, all’ora in cui l’alba stava per lasciare il posto all’aurora, mentre nel cielo della mezza estate incrociavano ancora i lunghi fili rossastri delle stelle cadenti, la cassa degli attrezzi a tracolla e un sacchetto di farina e il paiolo penzolanti sul dorso da usare per fare la polenta lungo la strada nelle soste volute dalla fatica, guardando in avanti come per scoprire la visione di un orizzonte migliore, il piccolo drappello cimbro ingoiando un addio che le labbra umide incollate di pianto non lasciavan uscire, abbandonò alle spalle il muto paesello, la casa, gli affetti e si avviò silenzioso, verso il nuovo lembo di terra veneta fatto di ombre, di selve e privazioni, salutato ogni tanto dal lungo muggito di una mucca puerpera invocante il figlio alla poppata.

I primi Cimbri

Ma quanti erano? E quando arrivarono? Per stabilire l’epoca e il numero dei primi arrivati sono state fatte delle faticose e accurate ricerche negli archivi e presso i cimbri più anziani. In proposito sarebbe forse opportuno riportare la testimonianza, non priva di fondamento, della cimbra Aurelia:

«Quando ero bambina, la nonna Luigia, il nonno Costantino Giovanni e Siaviero Ernesto seduti al “fogher”, parlando dei loro antenati dicevano: “Giunsero a Pian dei Lovi un secolo fa ed erano quattro giovanotti”».

Considerando che ciò veniva detto e ripetuto nel 1902 (allora, appunto, Aurelia era una bambina di 7 anni), conviene fissare l’epoca della prima immigrazione cimbra nel Cansiglio, senza ombra di dubbi, agli albori del 1800.

I protagonisti

I pratogonisti della prima immigrazione favorita dai privilegi del comando della marina o dell’Arsenale furono: Azzalini Giobatta fu Cristiano nato a Roana il 12-10-1772, sposatosi il 5-10-1812 a Osigo con Caterina Da Re ed insediatosi a Pian dei Lovi o Lupi; ebbe numerosi figli: Luigia, Giovanni, Lodovico, Domenico, Agostino (1823), Enrichetta (1827), Luigi, Vincenzo (1844), Angelica (1831), Giustino Antonio (1831), Edoardo (1837).
I figli sposati ebbero pure una prole numerosa: Luigi sposò Anna Breda e i primi figli furono: Carlo Luigi (1849) e Caterina Angelica (1851). Giovanni sposò Azzalini Camilla ed i primi figli furono: Cesare (1852), Luigia (1854), Caterina Angelica (1853) e Agostino (16-4-1853).
Lodovico sposò Guolla Marta e i primi figli furono: Scipione e Giobatta (1856). Azzalini Girolamo (fratello di Giobatta) fu Cristiano (detto Pertile) e di Maria Maddalena Fabbris, nato a Roana, il 1-10-1770 e sposatosi con Martello Domenica fu Giacomo e di Maria Spagnolo, il 9-2-1809.
Ebbe numerosi figli: Maria Maddalena (1817), moglie di Siaviero Nicolò; Brigida (1818); Maria Angela (1830); Cristiano (1810); Basilio (1811); Isidoro (1822); Benigno (1826); Antonio Maria (1829); Giacomo (1832); Beniamino; Angela e Maria Teresa (1813). Cristiano, marito di Maria losefa Teresa Slaviero, fu padre di: Adelaide Maria (1848), Maria Anna (1850), Giuditta (1853), Clemente Zenobio (1840), Domenica Maria Claudina (1842) e Federico Giordano Placido (1844); Basilio sposò a Roana Domenica Fabbris di Matteo e di Cecilia Fabbris, e dal loro matrimonio nacquero Giuditta (1849), Girolamo (1851), Pompeo (1854), Maddalena (1844) e Beatrice (1846); Beniamino sposò Gandin Domenica di Tommaso e i suoi figli furono Eugenio (1852), Vittoria (1854).
Azzalini Pietro (iscritto nel registro dell’anagrafe con la qualifica di falegname) figlio di Domenico e di Anna Maria, nato a Roana distretto di Asiago, il4 novembre 1778, marito di Antonia Fabris nata a Roana l’ 11-2-1778. Ebbe 9 figli: Carlo, nato in Val Bona il (3-5-1809); Costante (21-9-1810); Celeste (1813); Giovacchino (3-21816); Luigia (2-5-1817); Vigilio (7-10-1819); Apollonio (1823); Antonio e Camilla (1826).
Il nipote Vigilio ebbe 9 figli: Giuseppe (6-11-1850); Giomaria (10-2-1955); Eugenio (17-5-1857); Santa (2-11-1859); Augusta (27-8-1861); Luigia (19-11-1865); Caterina (10-11-1867); Luigi (31-5-1870) e Augusto (28-6-1874). Il pronipote Luigi ebbe 15 figli, di cui sette con la prima moglie straniera Cicilliot Aurora e otto con la seconda moglie Casagrande Antonia Domenica; Vido Vigilio (12-11-1896); Celeste (6-2-1898); Vittorio Romolo (2-9-1899); Napoleone (9-10102 1900); Letizia Maria (17-6-1902); Narciso Marino (16-10-1903); Celestina Stella (6-10-1905); Elsa (4-9-1908); Aurora Maria (1-5-1910); Maria (20-1-1912); Gisella (27-2-1914); Rina Olanda (13-4-1916); Giovanni Vigilia (10-8-1918); Amalia (10-8-1918) e Bruno (25-10-1921).
Giovanni, tredicesimo figlio di Luigi e di Casagrande Antonia Domenica sposato con Dall’Antonia Silvia ebbe 5 figli: Maurizio Remigio (6-9-1949); Gabriele Graziano (5-2-1951); Vincenzo Luigi (13-4-1953); Maria Antonia (27-10-1956) e Lorenzo Giorgio (26-1-1961).
Bruno, ultimo figlio di Luigi e di Casagrande Antonia Domenica, sposato con Ciciliot Laura ebbe due figli: Gino, sposato con Hoffelt Bernardette da cui nel 1982 nacque David: Gianluigi sposato con Grillo Eva, e suoi figli furono Stefano e Riccardo.
Camilla, ultima figlia del capo tribù Pietro, sposò Giovanni, figlio del capo tribù Giobatta ed ebbe vari figli, fra i quali si riporta Agostino nato il 19-5-1857. Questi sposò Furlan Maria nata a Piai il 23-9-1863 ed ebbe quattro figli: Aristide (16-5-1886); Gemma (17-9-1887); Gemma Camilla (10-6-1888) e Cesare Raimondo (4-2-1891) il quale a sua volta ebbe sette figli: Cesare, Agostino, Giovanni, Fernando,Arturo, Aristide, Gemma (1915); Stella (1921); Ines (1936) e Onorina (1923).
Maurizio, figlio di Giovanni e di Dall’Antonia Silvia sposò G. Rianna e da loronacque Carla Eliana. Gabriele, fratello di Maurizio, sposò Piccoli C. ed ebbero Deborah Maria; Vincenzo, pure fratello di Maurizio sposò Sonego Caterina e dal loro matrimonio nacquero Caterina ed Emanuele.
Slaviero Giacomo di Roana, dalla cui moglie Mattea Della Valle il 20-1-1813 nacque a Fregona il primogenito Nicolò; questi si sposò a Tambre il 9 aprile 1833, con Maddalena Azzalini ed ebbe diversi figli, a Pian dei Lovi: Amadio, Giacomo, Matteo (1836); Fortunato (1837); Giustina (1839); Luigia; Luigi (1845); Ernesto Girolamo (1849); Giuseppe (1848); Celestina (1853). Un altro figlio di Giacomo Slaviero, cioè Giovanni, sposò Santa Costa (29-11-1838) ed ebbe vari figli: Basilio (1840); Angela Maria Beatrice (1841); Elisabetta Luigia (1842); un neonato morto subito (1844); Giacomo (1845); Giovanni e Stefano (1849). Un anno più tardi, al quartetto si unì Azzalini Tommaso marito di Benedetti Domenica nata ad Ampezzo il 7-6-1876 ed i loro figli furono: Massimo (13-9-1809,Caterina, Celestina e Nicolò (1815) che nel 1849 sposò Caterina Varnier di Matteo, da cui nel 1853 nacque Nicolò.
Il primogenito Massimo ebbe poi sette figli: Tommaso (1840); Nicolò (1842); Anna, Giovanna, Candido (1849); Gaetano (1854) e Antonio (1856). Nella seconda emigrazione figurano capi tribù dei Banato, dei Gandin, dei Martello, dei Laser e di altri Azzalini e Slaviero.
Azzalini Pietro Antonio di Roana detto Bernardi la cui moglie Sartori Celesta, pure di Roana, unitasi a lui in matrimonio il 23-7-1829, gli diede numerosi figli: Dionisio; Camilla, moglie di Giovanni Azzalini; Bernardo marito di Maria Giustina: Luigi marito di Luigia di Giobatta Azzalini; Maria Teresa (23-6-1838); Giuditta; Caterino Cristiano (20-12-1840); Diamante Celeste, marito di Dalla Costa Bonat Maddalena; Giovanni (10-8-1848) e Carlo marito di Santa Costa.
Bonato Matteo (detto Pich) fu Gaetano e di Caterina Guio nato a Roana il 13-2-1875 e sposato a Roana il 10-2-1820 con Slaviero Elena nata a Roana il 30-5-1801; egli ebbe numerosi figli: Luigi, marito di Padoan Marieta (14-5-1823); Maria Teresa; Giuseppe Pietro Vincenzo; Genoveffa (7-1-1831); Vincenzo Teodoro; Luciapierina (19-6-1834); due gemelli morti sul nascere (18-12.1836); Vittoria Amabile (30-91837); Angela (18-5-1840); Maria Elisabetta (1-12-1842); Celestina Augusta (20-121845) e Celeste. Giovanni, fratello di Matteo nominato di sopra, nato a Roana il 25-10-1801, iI4-2-1826 sposò ad Osigo Azzalini Domenica, nata a Roana il 18-10-1806. Si stabilì col fratello a Pich dove nacquero sette dei suoi figli: Antonietta Maria (28-3-1833); Antonio (12-6-1834); Angelo Arcangelo (14-5-1838); Giovanni (27-12-1845); Domenico Bernardo (27-10-1845); Cecilia (13-10-1847) e Caterina (1-5-1840). Gandin Tommaso detto Cruch, fu Giuseppe e di Domenica Costa, nato a Roana il 23-7-1794 e sposatosi a Roana il 23-4-1825, con Signori Teodora nata a Roana il 24-10-1805. Col fratello Luigi si stabilì a Canaie, dove nacquero cinque dei suoi figli: Luigi, Eugenio, Domenica (26-3-31), Giovanni e Giovanna, gemelli, (15-3-1844). Il suo primogenito, Luigi, sposò Brigida Azzalini di Girolamo ed ebbe otto figli: Pergentino (26-12-1847), Michelangelo (22-12-1848), Maria Luigia (10-7-1843) Enrica (25-12-1845), Maria Caterina (21-12-1851); Cristiano (1853); Maria (15-5-1856) e Luigi (3-8-1858). Il fratello di Tommaso, Luigi, sposò Cristina, sorella della cognata Teodora, che egli condusse all’altare nello stesso giorno del matrimonio del fratello. Egli nacque a Roana, il 21-6-1795) ed ebbe sei figli : Domenica Agnese (20-1-1836); Costantino Giovanni (15-5-1838); Maria Giustina (2-10-1840); Serafino Giobatta (24-5-1844); Celeste (7-9-1826) e Giacomina (19-10-1847). Martello Antonio di Roana si stabilì a Baldassare e sposò Giacomina Prian che gli diede vari figli: Maria (9-11-1829); Giuditta (30-12-1830); Giacomo (1-9-1832); Martello Pietro si stabilì a Prandarola e il 27-11-1830 sposò a Pieve d’Alpago Maddalena Bortoluz, la quale ebbe la prima figlia Maria Enrichetta il (29-7-1831). Siaviero Cristiano, la cui figlia Maria Teresa sposò Cristiano Azzalini di Girolamo ed ebbe due figlie: Adelaide Maria ( 28-4-1848) e Maria Anna (17-12-1850). Gandin Batta, la cui moglie Teresa partorì la prima figlia Pierina Antonia iI2-111834. Gandin Giacomo si stabilì a Canaie e sposò Maria Solagna che ebbe il primo figlio Vincenzo Antonio il 22-6-1847. Fabris Celeste detto Secco, figlio di Domenico, si stabilì a Baldassare assieme a Martello Antonio e a Martello Celeste fu Giobatta. Azzalini Antonio D. di Vallorch: padre Candido, avolo Antonio, bisavolo Massimo.
Azzalini Luciano (1893) caduto da prode nella prima guerra mondiale: Padre Eugenio (1852), avolo Beniamino, capo tribù Gerolamo; fratelli: Emiddio Emilio, Floriano, Enrica, Elisa, Mana, Beniamino, Amadio.Gandin Luigi figlio di Costantino Giovanni (1838) e nipote del capo tribù Luigi, il 18-2-1863 sposò Maria Luigia (10-7-1843) nipote del capo tribù Tommaso ed ebbe diversi figli: Ferruccio (8-4-1899); Arturo Costante (23-9-1901); Costante (22-1-1895); Rachele Cesira (22-5-1898); Rugero Benvenuto titolare dell’osteria di Canaie (13-4-1905) e Iside (1-9-1911). Gandin Igino (Gino) nato a Canaie nel 1863, figlio di Celeste, nipote del capo tribù Luigi e fratello di Artidoro ebbe nove figli: Ferruccio (1898); Giustina, Beniamina, Celeste, Pirro, Giacomo, Valentina, Iolanda e Ada, ora a San Paolo del Brasile. Don Serafino Gandin parroco di Chies e fratello di Giorgio titolare di un’osteria di Valdenogher: padre Artidoro, nonno Celeste, capo tribù Luigi. Il nonno Celeste nato a Roana il 21-9-1828 e morto a Canaie il 7-8-1910, è ricordato sulla lapide commemorativa posta nel cimitero di Valdenogher, come «zelante amministratore comunale» e «integro magistrato». Azzalini Leda, sorella di Isaia, fu la prima partigiana del Cansiglio col nome di battaglia «Marisca»: padre Enrico, madre Ermilia, nonno Giovanni, bisavolo Celeste, capo tribù Pietro. Azzalini Clemente Zenobio, marito di Giuseppina Solagna fu un Garibaldino: padre Cristiano, madre Teresa Slaviero, avolo Gerolamo. I fratelli Azzalini Gaetano (1885), Massimo (1863), Erminio (1880), Anna Maria (1877), Caterina (1879), Candida (1882), Isidoro (188″9), Erminia (1892): padre Tommaso, avolo Massimo. I fratelli Azzalini Giordano, Erminia America? (95), Antonio Maria (1906) ed Emilio 1911: Padre Romano (1860), avolo Antonio, capo tribù Girolamo. Azzalini Antonio di Vallorch, marito della «Menega»: padre Gerolamo, avolo Basilio, capo tribù Girolamo. I fratelli Enrico e Rodolfo Azzalini di Vallorch: padre Giovanni, avolo Celeste, capo tribù Pietro. Azzalini Abelardo (1912) di Vallorch: padre Achille, avolo Pergentino, bisavolo Celeste, capo tribù Pietro. Azzalini Bruno Aldo di Vallorch: madre Maria Azzalini, avolo Romano, bisavolo Antonio Maria, capo tribù Gerolamo. I fratelli Giordano e Romana Azzalini di Vallorch: padre Antonio, avolo Romano, bisavolo Antonio Maria, capo tribù Gerolamo. I fratelli Franco e Renato Azzalini di Vallorch: padre Giovanni, avolo Eugenio, bisavolo Vigilio. Bonato Erminio di Vallorch: padre Leandro (1883); avolo Giovanni, bisavolo Celeste, capo tribù Matteo. Azzalini Amadio di Vallorch: padre Giuseppe, avolo Vigilio. Azzalini Giuseppe di Vallorch: padre Giovanni, avolo Celeste. Azzalini Ruggero di Pierantonio e nipote di Antonio fu il fondatore della segheria di Fregona, ora spostata a Vittorio Veneto e a Godega; egli ebbe sette figli: Primo, Tullio, Sirio, Renato, Antonio, Carmela e Lidia. Ruggero, Flavio e Danila sono figli di Primo; Maurizio e Franca di Tullio; Luca e Rita di Siro; Claudio, Gianfranco, Roberto e Valeria di Renato; Brunello, Maristella e Michela di Antonio; Marilisa e Renata di Carmela.I fratelli Narciso e Gino Bonato parteciparono alla seconda guerra mondiale e caddero da prodi in Russia: padre Leandro, madre Maddalena, avolo Giovanni, bisavolo Celeste, capo tribù Matteo (nonno Giovanni aveva fondato un’osteria a Puos).Azzalini Claudio Corrado, cons. com. di Tambre: padre Rolando Eugenio, avolo Adriano, bisavolo Eugenio (Pertile), trisavolo Beniamino (Pertile), capo tribù Girolamo. Agostino Azzalini emigrato per cinque anni in Australia: padre Edoardo, madre Giuseppina, moglie Caterina Vernier, avolo Pierantonio, bisavolo Dionigio. È il poeta dei Cimbri del Cansiglio; con i tipi della tipografia Niero di Belluno fu stampata una sua raccolta di versi in vernacolo fregonese, dal titolo: «Tempi de na olta». Particolarmente espressivi e commoventi sono quelli delle poesie che cantano il Cansiglio.
Azzalini Vigilio, nonno del vivente Azzalini Amedeo (a. 89) residente a Piai di Fregona, costruì il suo casone a Vallorch. Azzalini Celeste, bisavolo di Azzalini Onofrio detto Gildo, abitante a Osigo di Fregona; fissò la sua dimora a Vallorch vicino a Vigilio. Azzalini Antonio, nonno dei fratelli Benito e Pietro titolari del noto mobilificio del bivio per Cappella Maggiore, costruì il terzo casone di Vallorch. (I tre Azzalini sono i fondatori del villaggio di Vallorch). Azzalini Pietro Antonio fu Dionisio, nato a Roana il 6 ottobre 1802, fissò la sua dimora a Pian dei Lavi con la moglie Sartori Celesta (Morì a Pian dei Lovi nel 1861). Gandin Luigi di Tommaso e fu Caterina Siaviero, detto Cruch, nato a Roana il 9 luglio 1814, si stabilì a Canaie vecchio con la moglie Brigida figlia del capo tribù Azzalini Girolamo. Azzalini Massimo; si stabilì a Piai di Fregona e non ebbe mai fissa dimora nel bosco del Cansiglio, dove si recava solo nella buona stagione. Loser Giovanni fu Angelo, nato a Roana l’Il gennaio 1807; si stabilì a Prandarolla con la moglie Signori Maddalena (La loro primogenita Giacoma morì nella foresta a soli 11 anni). Azzalini Luigi fu Vincenzo Dionisio, nato a Roana il26 ottobre 1809, si stabilì a Pian dei Lavi con la moglie Azzalini Luigia e morì a Canaie vecchio nel 1861 (uno dei suoi quattro figli, Celestino Costante, nacque a Schoopass. Bonatto Luigi fu Luigi, nato a Roana iii o luglio 1823; non ebbe fissa dimora nel bosco, dove faceva solo la stagione. Bonatto Domenico fu Luigi, gemello di Luigi; giunse in Cansiglio come stagionale e quindi senza fissa dimora. (Dei suoi figli solo l’ultimo, Luigi nacque nella foresta. Tutte le famiglie dei nuovi arrivati, per necessità dell’artigianato, erano generalmente di prole numerosa (Azzalini Girolamo e Giobatta 8 figli. Matteo Bonato II, Slaviero Giacomo 11, Giovanni Bonato IO), così verso la fine del secolo scorso la colonia poteva contare nel solo comune di Tambre 483 discendenti: Laser (10), Siaviero (34), Gandin (43), Bonato (79), Azzalini (317). AI 31 dicembre 1975 i cimbri residenti sono 282, così comparti ti nei vari comuni: (a Tambre) Azzalini 38, Gandin 53, Siaviero 4; (a Farra) Azzalini 51, Gandin 6, Slaviero 14, Bonato I; (a Fregona) Azzalini 110, Bonato 5. Per quanto riguarda le nascite, il primo cimbro, Azzalini Carlo, figlio del capo tribù Pietro, nacque a Val Bona il 2 Maggio 1809; a Fregona il 30 settembre 1811 nacque un figlio di Girolamo (Basilio) e a Pian dei Lovi il 26 gennaio 1822 nacque un altro dei suoi figli (lsidoro); il primo dei Bonato, Celeste, figlio del capo tribù Matteo, nacque a Val Bona il 25 maggio 1825.

La vita nella foresta

Per molto tempo la comunità visse isolata in quanto non ci teneva ad aprire rapporti con le comunità vicine, per profondo senso di indipendenza sociale. Gli stessi matrimoni iniziali erano contratti fra compaesani, mentre le madri nei rigidi inverni del Cansiglio, piuttosto che chiedere riparo nei vicini paesi preferivano ritornare a Roana per partorire.
Ma a testimoniare la fierezza del loro senso di indipendenza e di isolamento, basterebbe ricordare il recente episodio della vecchia cimbra Santina Azzalini (allora ottantenne), la quale costretta ad abbandonare la foresta per seguire i familiari a Spert, spinta poi dal richiamo della solitudine, tornava sovente (giornalmente negli ultimi anni) a trascorrere ore di quiete e di meditazione ove era nata, dove aveva trascorso la sua fanciullezza.
E a chi la sconsigliava ribadiva: “Vorrei morire lassù dove sono morti i miei cari genitori, vorrei morire sulla legna come loro e non sui materassi moderni”. Ma quale triste presagio!
Una sera autunnale piuttosto grigia non ritornò: la cercarono senza successo i Carabinieri della stazione col cap. Buttiglione, i parenti e i forestali. Per disposizione del prefetto Caruso giunse alla sua ricerca anche una compagnia di alpini da Belluno e sul calare della sera il capitano Canteruzio la trovò adagiata e spenta su di un letto di morte fatto di fascine: era il 3 novembre 1962.
Parlavano una lingua simile a quella tedesca, per cui erano denominati come “cruck”; in realtà si trattava della lingua cimbra, una lingua nuova e sconosciuta ai vicini, che però, vuoi per i matrimoni, o per gli scambi commerciali e ancora più per la frequenza scolastica, gradualmente si smembrò fino ad estinguersi in questo secolo. Anche la civiltà vicina col trascorrere del tempo cominciò a far sentire la sua influenza che attecchì specialmente nelle giovani generazioni che cercarono alloggi più civili nelle vicine Osigo, Fregona e Mezzavilla, almeno per trascorrervi i lunghi inverni.

I nuovi villaggi

L’invasione del 1917-18 e le devastazioni naziste spinsero poi gran parte dei cimbri ad uscire dalla foresta per orientarsi a nuovi indirizzi economici: osterie, locande, alberghi; rimasero solo i vecchi della tradizione scatolera che costruirono i nuovi villaggi di Pian dell’Osteria, di Canaie, di Campon, Le Rotte e Vallorch. In questi ultimi anni sono state dette molte cose sull’origine dei cimbri del Cansiglio, ma poco è stato detto sui loro usi e consuetudini; approfitto appunto di dedicare queste righe alla loro lavorazione del legno nella foresta come da informazioni avute dai più vecchi rappresentanti ancora viventi, alcuni dei quali la praticarono in gioventù.